G: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T: Amen.
Il Vangelo del giorno

L: Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Riflessione
L: La pagina di oggi è ancora più pesante di quella di ieri: non si tratta più di raccogliere spighe, ma addirittura di guarire un uomo in giorno di sabato.
Gesù invita l’uomo con la mano paralizzata a mettersi in mezzo alla sinagoga. Perché lo fa? Forse affinché ognuno dei presenti si riveda in lui ed ognuno veda, nella mano paralizzata, il suo cuore indurito e paralizzato.
Dove il cuore è indurito si respira solamente odore di morte.
La durezza del cuore è l’intolleranza. La durezza del cuore è l’indifferenza nei confronti di chi soffre. La durezza del cuore è essere impassibili davanti al bene: non riconoscere chi ci ama. La durezza del cuore è quella che crediamo necessaria, purtroppo, per dirci forti.
Ma la vita trionfa solo quando il cuore non è indurito…
E’ strano vedere Gesù indignato in un Vangelo. Ma il fatto è che Lui ha creato il nostro cuore, sa per cosa è fatto, e vederlo così freddo e indurito è un piccolo grande tradimento al suo progetto di amore che ha su ognuno di noi.
“Ascoltate oggi la voce del Signore, non indurite il vostro cuore.” (Sal 94)
Preghiera

T: Guarisci le nostre mani,
e insegnaci a toccare, Signore.
Insegnaci a farci prossimi di ogni dolore,
di ogni sofferenza,
di ogni forma di emarginazione.
Insegnaci a sfiorare ogni fragilità,
ad accarezzare ogni dolore.
Ma insegnaci a farlo
con la delicatezza dell’amore,
con la determinazione della fede
e la lungimiranza della speranza.
Come le tue mani,
così le nostre, Signore,
si distendano verso gli altri
per generare incontri
che facciano brillare nel mondo
nuova umanità. Amen.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria…
Vieni, Spirito Santo,
riempi i cuori dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
L’eterno riposo…
G: Tu, o Signore, sei la bontà e la grazia. Perdona la nostra durezza di cuore e trasformaci in segni del tuo amore di Padre, con Gesù nostro fratello.
T: Amen.
Cuore inaridito
Un cuore che non reagisce davanti alla miseria è un cuore miserabile.
(Raoul Follereau)
Abominio: Gesù entra nella sinagoga di sabato, guarisce un uomo di sabato, provoca i sacerdoti. Abominio o testimone della promessa d’amore eterno di Dio? Con questo fare rivoluzionario Gesù vuole dire basta a una legge che viene prima delle persone. Basta vivere di perbenismo senza amore, di ripiegamenti su se stessi senza vita, di catene che minacciano il nostro bisogno di senso!
Basta ai masochismi, spacciati per buone prassi religiose ma che non sono altro che legalismi inutili e soprattutto mortiferi! Perché continuare a farsi del male rinunciando al dono della vita che il Padre vuole fare ai suoi figli? Perché rifugiarci nell’autosufficienza e nelle apparenze, digiunando d’amore e di relazioni che il Padre ha stabilito come cibo eterno per noi?
La domanda di Gesù su cosa sia lecito fare ci provoca e ci spiazza, perché mette il dito nelle nostre piaghe per poter, al contrario, farci mettere il piede sull’acceleratore della vita. «Alzati e mettiti in mezzo» dice al pover uomo con la mano inaridita. Gesù mette sul piedistallo il malato, l’emarginato, l’escluso e gli propone la novità: vita, così che proprio questo escluso possa diventare collaboratore di giustizia e fare cose grandi per gli altri. Guarda poi con indignazione quanti hanno anteposto al fratello malato la legge intoccabile e da attori sul campo si sono ridotti a passivi spettatori.
La legge è per l’uomo, non l’uomo per la legge; sant’Ignazio direbbe che ogni cosa è stata creata da Dio per aiutare l’uomo a conseguire il fine per cui egli stesso è stato creato. Dunque il fine della legge è la libertà, non la schiavitù. A noi la scelta su quali uomini e donne vogliamo essere, se dei viventi che si spendono con gioia per la vita e cercano di costruire una fraternità cristiana o dei morenti che si adeguano passivamente al sistema. La proposta di Gesù è la vita.
- Su cosa tendo a ripiegarmi, sottraendomi alle opportunità di vita che il Signore vuole donarmi?
- In che luogo della mia vita ho paura di agire controcorrente, come invece ha fatto Gesù?
- Per cosa lotto davvero?